venerdì 28 novembre 2008

Comunicato firmato dal consigliere Gasparini della sinistra Arcobaleno e dal PRC

Comunicato stampa del 25/11/2008 – Ordinanza Cappelletto di Mirano
Il sindaco del Comune di Mirano, Roberto Cappelletto, è riuscito ad introdurre anche in questo Comune la tanto discussa ordinanza antisbandati sulla falsariga del sindaco Bitonci di Cittadella, rendendola ancora più estremista e restrittiva. Nei riguardi di chi? Di chi, come ha già fatto notare un giornale autorevole quale l’Indipendent inglese -che si era scomodato a denunciare il clima xenofobo italiano di cui l’ordinanza Bitonci non era che una evidente conferma- viene nel nostro “bel paese” dall’estero in uno stato di estrema povertà per veder migliorata la propria situazione di vita. Dobbiamo ricordarci innanzitutto che noi italiani siamo stati un popolo di poveri emigranti e che molti di coloro che vengono in Italia oggi lavorano in nero o sono precari, spesso sono sottopagati, e vivono in luoghi indecenti non di certo per loro scelta.
L’ordinanza di Mirano è la conferma della scelta del governo della destra: sorvegliare e punire i più poveri e gli immigrati, alimentando la cattiva coscienza di cittadini impoveriti ed insicuri e fomentando così una guerra tra poveri che porterà al massacro sociale: in un clima di crisi economica quale è quello attuale, i piccoli Comuni dovrebbero interrogarsi e dare delle risposte concrete alle famiglie, non mettere i propri residenti uno contro l’altro.
Facciamo notare inoltre che nell’ordinanza ci sono delle evidenti inesattezze. Si parla in diversi passaggi di controlli che il Comune dovrebbe fare in merito alla regolarità della documentazione presentata. Il Comune ha, effettivamente, piena facoltà di controllare le documentazioni presentate dai cittadini, ma ricordiamo che i controlli non devono essere discriminatori e devono riguardare nella stessa misura anche i cittadini italiani: per questi ultimi l'ordinanza non parla di controlli, e questo può configurare gli estremi per una evidente discriminazione.
Quando si parla di cittadini comunitari si afferma che il cittadino dell'Unione Europea che intenda soggiornare nel territorio nazionale per un periodo superiore a tre mesi è tenuto ad iscriversi all'anagrafe della popolazione residente. Ai fini di individuare in termini approssimativi la data di inizio di permanenza nel territorio nazionale, il cittadino comunitario dovrà produrre all’atto della richiesta d’iscrizione anagrafica il proprio codice fiscale rilasciato dall’Ufficio delle Entrate. Tutto questo è in contraddizione con la direttiva comunitaria (38/2004) e la legge italiana (decreto legislativo 30/2007), le quali non prevedono alcun controllo sulla data di ingresso in Italia ed inoltre non c’è una legislazione che preveda che una persona non possa iscriversi all'anagrafe in un periodo successivo ai tre mesi.
In ultimo ricordiamo al Comune che tutto ciò che è relativo alla dichiarazione di ospitalità per i cittadini extracomunitari non è di competenza dell’Ente Locale ma esclusivamente della Questura, a norma dell'art. 7 del decr. leg. 286/98.
Su questa ordinanza siamo pronti a dare battaglia, sia dal punto di vista istituzionale-legislativo, che nel territorio, rilanciando a breve l’organizzazione di alcuni appuntamenti pubblici per discutere insieme ai cittadini di temi quali interculturalità, solidarietà, diritti.
Elena Carradori – Segreteria Provinciale Rifondazione Comunista
Luigi Gasparini – Consigliere Comunale Mirano

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