giovedì 10 aprile 2008

INCONTRO DI UNINDUSTRIA VENEZIA CON I CANDIDATI SINDACI DEL 09.04.2008


LE RISPOSTE DEL CANDIDATO SINDACO DE LA SINISTRA L’ARCOBALENO

DOMANDA N° 1

Quale posizione intendete sostenere nei confronti degli Enti preposti alla finanziabilità e realizzazione del Passante autostradale, in particolare per quanto attiene il casello di Scorzè-Martellago? E poi, quali soluzioni intendete portare avanti per garantire a Mirano un assetto del traffico urbano efficiente?

Le imprese sono aumentate. Il territorio è in movimento. La viabilità è una questione che le imprese ritengono ovviamente strategica. La viabilità non è solo però movimentazione delle merci. E’ anche spostamento di persone. Non a caso la Sinistra Arcobaleno pensa ad una mobilità ALTERNATIVA (piste ciclabili, minibus, tram, ecc.): il proseguire sulla strada di rincorrere, con incrementi dell’offerta infrastrutturale, la domanda di mobilità generata dal territorio porterebbe al degrado del paesaggio, a notevoli danni alle attività agricole e ad un aumento dei problemi di salute di buona parte della popolazione ed in particolare di bambini ed anziani. Pertanto non vogliamo la realizzazione di nuove strade come le famigerate tangenziali e circonvallazioni.

La realtà è che nel Veneto la crescita economica non è stata accompagnata negli anni da un’adeguata attenzione nei confronti del territorio. Capannoni ed abitazioni sono stati costruiti ovunque, deteriorando irreparabilmente paesaggi e scorci pregevoli e danneggiando in particolar modo il settore turistico. Ville palladiane, castelli, città murate, borghi, oggi sono invasi da costruzioni brutte e impattanti che danneggiano i paesaggi storici che si erano consolidati nel secolare sviluppo insediativo del Veneto.

Una grande parte delle fabbriche e delle zone industriali del Veneto sono piccole e sparse, di difficile infrastrutturazione e creano un abnorme pendolarismo di auto e mezzi di trasporto con costi energetici e di inquinamento rilevanti.

Non sono mai state concepite zone industriali che avessero una dimensione minima, così da organizzare al loro interno le centrali dell’energia, dell’acqua, delle depurazioni, e telefoniche e dati.

Ecco perché ci opponiamo a nuovi insediamenti commerciali ed in particolar modo a Veneto City che, oltretutto, porterebbe necessariamente alla costruzione di nuove strade.

Per quanto riguarda Il casello di Scorze’-Martellago, la Sinistra Arcobaleno ritiene quest’opera indispensabile. Intendiamo contrastare con ogni mezzo l’apertura di quello di Crea-Fornase, perché il territorio, secondo noi, NON ne ha bisogno, e ne riceverebbe solo danno. Preciso che, se questo si dovrà aprire (se lo apriranno), ciò dovrà avvenire solo contestualmente con l’apertura di quello di Scorzè.

Il nostro programma parla di numerose soluzioni per risolvere il problema della mobilità, che vanno TUTTE insieme realizzate con la determinazione necessaria. Solo dopo che queste soluzioni saranno già state attivate si potranno valutare ulteriori esigenze, ma abbiamo motivo di pensare che se si dà una soluzione organica ed alternativa ai problemi della mobilità NON saranno necessarie nuove strade.

DOMANDA N°2

Gli imprenditori insediati nel comprensorio, hanno più volte segnalato la necessità di essere attori ed interlocutori nel territorio visto il ruolo economico ed occupazionale ricoperto, nelle dinamiche di sviluppo della città. In particolare preme evidenziare la necessità di accompagnare lo sviluppo delle aree industriali mediante il ricorso a forme concertative con le stesse aziende insediate nel Comune o nel Comprensorio al fine di agevolare la realizzabilità di possibili progetti di espansione aziendale ed al tempo stesso delle previsioni di completamento/allargamento del futuro PAT. Quale tipo di espansione per il comparto industriale prevedete nel territorio comunale in ordine alla redazione del prossimo PAT, anche vista in un’ottica di “area vasta” ovvero al di là dei confini comunali?

Il PAT è uno strumento nuovo e completamente diverso dal vecchio piano regolatore. Non credo che nessuno possa dire di saperlo usare perfettamente. Esso permette di superare il vecchio concetto di “aree edificabili” dunque il nostro intendimento è di usarlo in modo che possano espandersi le attività imprenditoriali che veramente investono sul valore del lavoro e NON quelle che giocano sul valore degli immobili. Nello stesso tempo vogliamo favorire le attività ad elevato valore aggiunto, ed elevato contenuto tecnologico, dunque NON attività di logistica e di sfruttamento intensivo della risorsa geografica. Sappiamo che purtroppo per loro, e anche per noi, altri comuni si stanno muovendo con una logica opposta (vedi Spinea) ma non intendiamo seguirli in questa rincorsa al degrado. Noi riteniamo che la gestione della aree industriali debba essere consorziale tra i comuni in modo che anche il traffico sia ripartito equamente tra i comuni limitrofi. Il Veneto è ormai una città diffusa. E’ necessario rigenerare il paesaggio e concepire il prossimo PAT nell’ottica di una vera “restituzione del territorio” ai cittadini.

Riteniamo indispensabile una CONCERTAZIONE TRA COMUNI anche nella progettazione territoriale. Bisogna contestualmente rivitalizzare i centri: si creerebbe così un volano per l’economia.

Inoltre, parallelamente al ridisegno della città, è ipotizzabile prevedere nei prossimi 5 anni di governo della città, politiche di accompagnamento ovvero percorsi di concertazione se non addirittura di “consorziamento a regia comunale” di aziende insediate nel comprensorio, al fine di far beneficiare le stesse dei nuovi spazi produttivi a disposizione, quindi nel contempo al calmieramento dei prezzi di mercato delle aree produttive?

Noi vogliamo una buona occupazione: un politico deve assumersi le esigenze di TUTTA la comunità. La concertazione va fatta con tutti i soggetti: lavoratori, imprenditori, associazioni in modo tale da creare un vero e proprio PROGRESSO. Parlo di progresso, non di sviluppo: parlo di un aumento qualitativo dell’occupazione, non puramente quantitativo dovuto al mero sfruttamento delle risorse umane. Un semplice sviluppo quantitativo non porta ad un progresso della società. Ritengo che un comune guidato da una formazione di Sinistra sia interessato a pilotare un armonioso e corretto sviluppo industriale. Dopo tutto, la Sinistra ha sempre rappresentato l’altro lato del sistema produttivo, ovvero i lavoratori. E dunque abbiamo nel nostro DNA almeno altrettanta esperienza di quali siano le esigenze dell’industria quanta ne hanno gli imprenditori.

DOMANDA N°3

Le aziende hanno rilevato l’incapacità delle forze dell’ordine di controllare il territorio comunale in particolare le aree industriali. Le aziende sul tema “sicurezza” sollecitano soluzioni e progetti concreti. Quali azioni pensate di intraprendere per garantire condizioni di sicurezza e di vivibilità nelle zone industriali ed eventualmente quali progetti intenderete portare avanti?

Il tema della sicurezza coinvolge tutto il territorio e tutti i cittadini, le buone politiche di accoglienza e di integrazione, e la sicurezza sociale sono la base della nostra proposta. Noi intendiamo combattere il degrado urbano e civile. Garantire a tutti i propri diritti è il primo passo per far sì che la società sia capace di difendersi dalla delinquenza di ogni genere. I problemi causati dalla immigrazione sono esacerbati e divengono veri e propri problemi di ordine pubblico proprio a causa della negazione dei più elementari diritti a questi nuovi cittadini.

Noi non seguiremo i leghisti nella promulgazione di quelle che consideriamo alla stregua delle leggi razziali di infausta memoria. Vigileremo che le nostre leggi siano rispettate ma rispetteremo le usanze ed i diritti degli immigrati.

Nella scuola favoriremo la integrazione reciproca, che vuol dire preparare loro ad essere Italiani e preparare i nostri figli ad apprezzare la bellezza della diversità.

È, a mio parere, importante la realizzazione della nuova caserma dei Carabinieri che credo risponderà in modo appropriato alle esigenze di sicurezza di tutti i cittadini e anche degli imprenditori.

Ritengo infine che il controllo del territorio tramite telecamere, rappresenti una vera e propria invasione nella privacy dei cittadini e rappresenterebbe un onere non di poco peso per le casse comunali. L’istallazione di telecamere, a mio avviso, può avvenire solo per situazioni contingenti di ordine pubblico e per un tempo determinato.

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