giovedì 13 marzo 2008

COS’E’ VENETO CITY? UNA GRANDE E ANNUNCIATA SPECULAZIONE IMMOBILIARE.

A CHI SERVE VENETO CITY? AI PROPRIETARI DEI TERRENI SU CUI SI REALIZZA SOPRATTUTTO LA SPECULAZIONE STESSA.

PERCHE’ DIRE NO A VENETO CITY?

NEI FATTI VENETO CITY E’ una grossa operazione immobiliare e speculativa su un’area di oltre 2.600.000 mq (più grande addirittura della nuova fiera campionaria progettata per Milano) che utilizza le infrastrutture stradali e ferroviarie previste nei territori di tre comuni dove i PRG prevedono piccoli insediamenti artigianali e servizi collegati per le produzioni ed attività connesse.

I numeri sono:

- 2.617.000 mq di territorio coinvolto;

- 489.000 mq di aree agricole da trasformare e quindi allargando la disponibilità di speculazione;

- 1.700.000 mq di capacità edificabile cambiando alcuni capannoni artigianali in torri alte decine di metri;

- Traffico veicolare per 65.000/70.000 veicoli al giorno con intensità variabile da 3.500/650.000 veicoli ora a seconda della fascia giornaliera.

GLI ELEMENTI PER DIRE NO SONO:

Stravolgimento del territorio prospetto dal piano di Veneto City e nessuna continuità col piano provinciale (PTCP) coordinato dall’Amministrazione Provinciale con i territori degli altri comuni.

L’accesso all’area di Veneto City diventa complicato sia per il gran numero di presenze che per l’accentramento di mezzi di trasporto privato previsti.

L’area di Veneto City è la parte inferiore di un bacino idrico. Ciò la sottopone a rischio idraulico con possibili allagamenti.

I transiti previsti di mezzi privati fanno aumentare in misura incontrollabile ed incontenibile l’inquinamento.

I centri urbani (Riviera del Brenta – Miranese) vengono alterati nelle loro caratteristiche paesaggistiche dai profili cementificati dei nuovi contenitori che si sviluppano in altezza.

Le ricchezze naturali ed architettoniche derivanti dalle preziosità monumentali delle ville e dei parchi, che sono risorse turistiche e culturali, vengono penalizzate dallo snaturamento dell’uso del territorio e dall’inserimento di infrastrutture di passaggio da e per Veneto City.

E’ conseguente il tracollo dell’economia locale già consolidata per il concentramento in Veneto City di attività economiche e di servizio alla persone (negozi, bar, asili nido, sale cinematografiche e convegnisti che, ecc…)

La chiusura di due stazioni ferroviarie (Dolo-Ballò, Vigonza-Pianiga) e costruzione di una nuova sostitutiva più vicina all’area di Veneto City con conseguente impossibilità di utilizzo del treno come mezzo di trasferimento alternativo a quello privato e relativi sprechi di denaro pubblico, giacchè le due stazioni sono state da poco rinnovate anche per il passaggio della linea ad alta velocità.

Nessuna istituzione di eccellenza (Università, Centro Nazionale di Ricerche) e nessun imprenditore privato sinora hanno mostrato interessi a questo insediamento, così come le associazioni di operatori economici (Ascom, Confesercenti) hanno dichiarato la loro contrarietà a questa operazione.

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