mercoledì 20 febbraio 2008

Non chiederti quanti sono i nazifascisti, chiediti dove si trovano

Pubblichiamo il testo ricevuto da Bruno Tonolo, presidente dell'ANPI e del circolo di Rifondazione Comunista di Mirano. Il tema di cui tratta si collega strettamente con il momento politico che stiamo vivendo.


I giovani partigiani di Mirano si battevano contro un modello sociale e culturale che negava alla gente ogni libertà di espressione e che condizionava le coscienze nelle scelte fondamentali della vita.

Nella serata del 17 gennaio 2008, dedicata alla memoria dei martiri di Mirano, sono stati proiettati alcuni spezzoni ricavati da un film-documentario tedesco, girato nel 1934 per celebrare l'affermazione del partito nazionalsocialista e del suo leader.
Scopo della proiezione era quello di evidenziare la tragica sostanza di quella complessa operazione
mediatica: prova evidente del plagio spaventoso consumato ai danni di un'intero popolo, indotto a servire ciecamente la volontà di una classe dirigente corrotta e smaniosa di accrescere i propri privilegi e consolidare il proprio potere.
A quei giovani entusiasti, a quella gente acclamante, destinati a diventare presto strumenti e vittime di enormi crimini, non era stato dato nessuno strumento per capire in che modo un'insieme di immagini dinamiche, di suoni e di voci possa combinarsi per produrre un linguaggio capace di dare profonde emozione e di veicolare suadenti messaggi. Il cinema, come strumento di comunicazione e di propaganda, basava la propria efficacia persuasiva sull'utilizzo arbitrario di immagini ricavate dal mondo reale o ricreate artificialmente in forme realistiche.
Coloro che si assumevano il compito di architettare e mettere in opera azioni di propaganda usando lo strumento del cinema erano invece pienamente consapevoli degli effetti che scelte tecniche mirate avrebbero prodotto sugli spettatori, orientandone i comportamenti.
Purtroppo il problema della conoscenza e del controllo consapevole del linguaggio del cinema e della televisione si pone anche oggi drammaticamente negli stessi termini di allora. Fino a quando la societa civile, le istituzioni, la scuola continueranno ad ignorare il problema dell'educazione alla lettura e alla decodifica del linguaggio del cinema, la capacità critica del cittadino di fronte all'offerta continua di immagini audiovisive rimarrà debole e pericolosamente soggetta a condizionamenti e plagi.

Nella serata dell' 11 febbraio 2008 , che conclude questi incontri dedicati al ricordo dei giovani partigiani caduti a Mirano, la proiezione del film "Fahrenheit 451" di Francois Truffaut viene proposta per ribadire la necessità di difendere in ogni tempo e luogo la libera espressione e circolazione delle idee.
Il film, girato nel 1966, è una fantasia che preconizza un mondo dominato dal linguaggio delle immagini del cinema e della televisione: un mondo nel quale sono assolutamente banditi i libri, ritenuti pericoloso strumento di riflessione e quindi di sviluppo del libero pensiero.
In una societa come la nostra, in cui il cinema e la televisione sono divenuti egemoni nel trasmettere informazioni e nel suggerire comportamenti, la profezia del film sembra essersi pericolosamente avverata.
Da qui nasce l'invito a sviluppare dei percorsi per dominare la conoscenza e l'uso conseguente di questi potenti mezzi espressivi e comunicativi.
E' anche questo un modo per stabilire una continuità di intenti con tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la libertà.

A.N.P.I. del Miranese

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